Autunno.
No, non parleremo né di tartufi né di cambio dell’armadio: ci sono altri tesori sommersi, non dalla terra ma dal mercato digitale. Parleremo di ascolto, perché tutte le notizie vengono sempre precedute da un leggero suono premonitore a bassa frequenza, ma al di sopra delle oscillazioni udibili, se si tengono le orecchie aperte. Parleremo di sentiment che guida le scelte di marketing, ergo sì, parleremo di trend.

trend

sostantivo

  1. L’evoluzione di un determinato settore economico.
    • o ESTENS.
      Andamento generale, orientamento, tendenza; moda.

C’è chi dice che ogni stagione ha i suoi trend, un po’ come l’armocromia, ma la verità è che il digital viaggia molto più veloce di così – non ce ne vorranno i NO TAV – e la sua palette colori include sfumature estremamente variegate. Ogni giorno ce n’è una, nessuna, centomila, ma crediamo di poter riassumere le novità macro in quattro portate principali:

1. Long video: può sembrare paradossale, ma nell’era in cui la soglia di attenzione dell’utente era data intorno allo zero come il partito di Di Maio, la generazione Z dimostra di essere meno superficiale del previsto, arrivando a consumare contenuti video che durano anche ore sugli argomenti che la appassionano di più. Da qui nasce il fenomeno dei “fan professionisti”, ossia content creator davvero influenti per verticalità: sport, serie tv, professioni, che dimostrano una competenza specifica riuscendo così a tenere un’intera generazione incollata al monitor del proprio device. Ecco spiegato perché YouTube, nonostante l’avvento di altri canali più smart, resti il Re indiscusso.
*fonte Ipsos 2022.

2. Customer engagement. Questa è una portata facile, di quelle che piacciono davvero a tutti. L’orientamento all’interazione – kpi principale dei social da sempre – viene esponenzializzato attraverso la gamification: le dinamiche di gioco per stimolare l’engagement con contest, quiz e challenge digitali fanno da padrone in un mercato che ha sempre più l’obiettivo (di sopravvivenza) di porre l’utente al centro, facendogli vivere un’esperienza diretta, spesso all’insegna della cross-medialità. Il motivo è presto detto: utilizzare meccanismi ludici aiuta a sentirsi protagonisti e/o parte di un gruppo e in una società fluida basata sulla solitudine il coinvolgimento non è poco.

3. Sostenibilità o, meglio, SOStenibilità: l’ambiente chiede soccorso da parecchio, ma è solo dopo il lockdown che sembra davvero essere aumentata in ognuno di noi la consapevolezza della propria impronta ecologica. E si sa, nessuno dà niente per niente – quindi se in prima persona ci spendiamo per fare scelte più green, pretendiamo dalle aziende che lo facciano anch’esse. O almeno che lo comunichino… Una ricerca di Brand Love 2022 Talkwalker in collaborazione con Hootsuite, ha rivelato che quasi la metà dei millennials intervistati acquistano solo da aziende dichiaratamente sostenibili e la percentuale aumenta quando si tratta della GenZ.

4. Abbiamo parlato di YouTube come Re, ma Carlo lo sa, la corona pesa troppo per non essere condivisa. E qui arriviamo al dolce: il 2022 si conferma l’anno di TikTok. Sì, l’audience di utenti con più di 18 anni supera ormai il miliardo e il 49% ha dichiarato di aver fatto acquisti in app grazie agli annunci pubblicitari. Non solo balletti e suoni in trend, dunque, le opportunità per i brand sono davvero infinite, ma solo se i contenuti saranno fatti bene.