Roma non fu fatta in un giorno, ma svariati PED si edificano sul 21 aprile – 753 a.C., data della fondazione. Ave Cesare, anzi, ave Romolo che torna in vita nei piani editoriali di certi SMM – da non confondersi con SPQR. Ma parlando di acronimi, i “Social Mediocritas Manager”, quelli che sveglierebbero un cadavere pur di farci un post – sì, Taffo, parliamo anche di te – e con le giornate mondiali ci fanno le “strategie” editoriali. Certo, sarebbe meglio chiamare le cose con il loro nome, questo approccio tattica e non strategia, Pasqua, festa del papà e compagnia bella festività e non instant marketing, ma a quanto pare per molti ancora funziona.
A ogni piano, la sua strategia
Parlavamo di romani, popolo belligerante. E non a caso, gran parte delle giornate mondiali sono promosse proprio dall’ONU. D’accordo, allora non stona parlare di antichi guerrieri, ma certo i social sono una materia moderna. Torniamo a scuola, per una breve lezione: non di storia, ma di filologia. A partire proprio dalla definizione di PED: il “piano editoriale” non è solo un calendario da completare con copy e visual segnaposto – dove verosimilmente troveremmo le date di Pasqua, Natale e il compleanno di mamma per i più romantici. Come ogni piano che si rispetti, un PED è un documento di strategia. E ogni strategia, per funzionare, deve avere un’identità precisa e i suoi obiettivi.
Con buona pace dei romani, non ci vuole un trattato di oratoria per capirlo – ma più di un report ci conferma questa verità lapalissiana: come uno studio di Buffer del 2024 (dopo Cristo), secondo cui le aziende con una strategia social definita ottengono 2,4 volte più engagement e 1,6 volte più entrate rispetto a chi non la adotta.
Notorietà, engagement, conversion, insomma: il funnel completo. Ma non certo per i sapori scontati: le giornate internazionali, in questo scenario, sono spesso sciape come un riempitivo. E in una strategia editoriale che si rispetti, non ci sono colpi sparati a caso – non per niente, si parla di target. Certo, se qualcuno vede nel pesce d’aprile una preziosa occasione di engagement, si faccia avanti. Ma la pesca vera non è certo quella sportiva da catch and release.
Horror vacui
E allora, dove sta il problema? Alla base, come sempre. Perché pare ci sia un errore (non perdonabile) che illude tanti SMM, e relativi clienti. Anche se il PED nasce da un file Excel, non è solo un insieme di caselle da riempire entro la deadline. ChatGPT, servo delle mie brame, che cosa si celebra il 28 luglio? E con diligenza, l’IA ti risponderà: la giornata mondiale della gioventù, preziosissima occasione per un post sul tasso di natalità o per evidenziare le differenze tra Alpha, GenZ e Millennials. E why not la giornata mondiale del gatto sulla pentola a pressione? Imperdibile opportunità di sbollire un po’.
Ebbene, caro social media manager dell’antica Roma, ti ricordiamo una sacrosanta verità: il PED non teme il vuoto. La sua funzione non è di essere pieno, ma sensato. Dall’over-posting ne abbiamo fatta di strada e oggi possiamo affermare con una certa statistica certezza che un profilo ben performante può anche essere scarno: è la qualità del contenuto a contare, più del suo numero, la sinergia complessiva data da una strategia integrata e chiara, più che il formicolio che fa battere le dita e programmare come se non ci fosse un domani. Come in guerra, ma anche il prode Hootsuite smentisce che pubblicare di frequente aumenti la visibilità delle pagine. Pugnalata anche dall’algoritmo, che a quanto pare, oggi, ha occhio per la virtù.
E non chiamatelo instant marketing
E in questa battaglia epica tra approcci social diametralmente opposti rientrano proprio loro, le giornate internazionali confuse sovente (per essere moderati eh) con l’instant marketing. Logica conseguenza, per chi si abitua a riempire le caselle xls come fossero un sudoku. Ma parlare di attualità, di giornata della conservazione della natura – oggi, 28 luglio – non è automaticamente un instant, anzi. L’instant marketing non celebra ricorrenze, ma tendenze. È la cosa più vicina al real time ed è proprio lì che si legge la maestria di un SMM: non uno storico, esperto di imperi, ma uno studioso dell’attualità. Un curioso per natura, un affamato di notizie capace di individuare i trend in linea con un brand e costruirvi un contenuto originale, parlante, non muto e statico: panta rei and singing in the brain. Pensate, prima di fare fare fare, perché la fuffa è sempre dietro l’angolo e domani potreste essere mangiati dalla giornata internazionale della tigre.